Venerdì 15 Maggio, ore 15.00 Sala 1 - Plenaria
Simposio
Gestione degli Accesi Vascolari: esperienze a confronto
Moderatore
Carbone G.– Policlinico di Bari
Problematiche infettive e nuove soluzioni cliniche nella gestione dell’ES nella dialisi peritoneale
Rugiu C. – Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona
Gestione dell’accesso vascolare in una popolazione multietnica: Esperienza del centro dialisi di Gallarate
Pariani B. – Azienda Ospedaliera Sant’Antonio Abate, Gallarate (Va)
Le infezioni catetere correlate sono tra le principali complicanze associate all’uso del catetere venoso centrale. I segni clinici di infezione possono essere valutati come grado di flogosi e grado di sanguinamento all’E-S ma tale valutazione cutanea in una popolazione multietnica può essere di difficile riconoscimento, in quanto si presenta in maniera diversa in base al fototipo del paziente. Ad esempio l’infiammazione si presenta con eritema su cute chiara, mentre assume colorito grigiastro su cute scura così come la pelle scura ha una notevole tendenza a sviluppare discromie post-infiammatorie.
Questo richiede una specifica strategia di lavoro per l’equipe della dialisi e una collaborazione con il reparto di Dermatologia.
Nello studio di Gallarate è valutata l’infezione dell’E-S in pazienti con pelle caucasica e con pelle olivastra. Questi pazienti sono stati trattati con medicazione con pellicola antiaderente a rilascio d’argento la quale ha risolto l’infezione in 4/6 medicazioni, senza lasciare esiti discromici post infiammatori nei pazienti con pelle olivastra o nera. L’adozione di questa medicazione ha inoltre determinato una riduzione della spesa farmaceutica rispetto al trattamento con pomata antibiotica e di conseguenza anche un minor uso di antibiotici.
Button Hole: gestione della tecnica in pazienti domiciliari e vantaggi dell’uso delle medicazioni avanzate all’argento
Borsetto C. – Ospedale Santa Maria della Misericordia, Rovigo
Il Button Hole è una tecnica di venipuntura della fistola arterovenosa.
Allo stato attuale le criticità cliniche della metodica sono legate a:
- Formazione della crosta nel sito di venipuntura;
- Possibilità di infezione e flogosi cutanee nel sito di venipuntura.
Sono maggiormente esposte quelle persone che effettuano l’emodialisi domiciliare giornaliera in quanto l’elevata frequenza di puntura (5-6 volte a settimana), favorisce la probabilità di insorgenza di infezione e/o arrossamenti nel punto di inserzione dell’ago.
Da qui l’esigenza di trovare medicazioni che siano in grado di ridurre tale incidenza.
I pazienti del Centro Dialisi di Rovigo, attualmente in emodialisi domiciliare (4 pazienti), impiegano regolarmente per la medicazione tamponi a rilascio di ioni d’argento.
L’esperienza fino ad ora maturata ha permesso di constatare che l’uso costante di queste medicazioni a rilascio controllato di ioni d’argento è in grado di prevenire l’insorgenza di infezione, l’infiammazione al punto d’inserzione e ridurre la formazione dell’escara.
Esperienze e linee guida nella procedura di gestione dell’ES con medicazione avanzate all’argento
Canzi M. – Azienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli, Pordenone
L’obiettivo di creare un protocollo ad hoc per la propria unità operativa ha portato il centro dialisi di Pordenone ad effettuare uno studio sull’efficacia dei disinfettanti e sulla loro tollerabilità sul materiale costituente il catetere.
Nello studio in vitro sono stati paragonati frammenti di CVC immersi in soluzioni con tre disinfettanti, iodiopovidone al 10% in sol. acquosa, ipoclorito di sodio allo 0,057 g. in sol. acquosa e clorexidina al 2% in soluzione alcolica. A seguito della comparazione dei CVC così trattati, in vivo sono stati utilizzati solo due di questi disinfettanti, iodiopovidone e ipoclorito di sodio, mentre per la cute lesa è stata testata una medicazione avanzata a rilascio di ioni d’argento.
Quest’ultima ha dato risultati positivi nella riduzione degli arrossamenti e delle croste della cute così come nei segni clinici di un exit site infetto. Inoltre non è mai stata associata a fenomeni di allergia.
Da ciò la stesura di due protocolli distinti, uno per cute integra con Jodiopovidone al 10% in soluzione acquosa e uno per cute lesa con medicazione a rilascio di ioni d’argento.